il Poeta di casa - Giancarlo Amenta - Gian_Web

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il Poeta di casa

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Antonio Amenta (1909 - 2009)


La vita
La vita è giostra
che attorno all'anima si erge.
Luce fluorescente in espansione.
Fiume di tempo che,
silenzioso, a volte voluttuoso
viaggia senza tema.

Sempre vigile
fra desideri inappagati,
a testa alta
la meta cerca dell'evoluzione.
Quando poi, lampioni di ieri
gli suggeriscono
dimezzare il presente,
alzare dell'amore il prezzo
è cosa saggia da tener conto.

∞∞∞∞∞


La Musica
Come pane
-grazia di Dio-
che a tavola s'erge fiero,
la musica è gioia
da colmare in seno.

Condiscendente nell'aria
che lo accarezza lieto
lo spirto dell'uomo
si fa dolce, amabile
nella sua integrità umana.

Infine come vezzo,
stupefacente orma
di eco celestiale,
un senso di pacata
festosità naturale
in cuore aleggia,
di gioia si protrae.

Caro Amore
Nel forziere dell'affetto
il bacio che mi desti
in primavera,
i battenti della felicità
ha aperto con amore.

Dove i rimembri
sono indelebili sogni
da captar con gioia,
il nostro...
è fiume etereo
da guadar per sempre.
Nel Teatro della vita
sei pura ombra
del tempo che non muore.

Sul treno umano
che all'infinito
senza tregua scorre,
forse un giorno addivenire,
nel giardino dell'eternità
la canzone d'oblio,
con saggezza
insieme canteremo.

∞∞∞∞∞


Ricordo d’amore
Voci di vento
cadute dal cielo
erano palpiti
del tuo cuore di donna.

Nei tuoi occhi
intinti di brama
le mie labbra fletteano
di passione rovente.

Tesoro mio!
Ricordi la luna galante
quando ad una ad una
le stelle sfogliammo
profumate d'amore?

Quando il mare
- placido compagno -
il silenzio ci rese
della notte incantata?

Il tuo seno ricordo
sotto il fremito
del mio desiderio
che bolliva d'ardore.

Tesoro mio!
Adesso che il sole sobrio,
all'ovest mena il tragitto,
l'eco sento dell'orma
che fu nostro spazio
di tempo felice.



Il mio paese
Ha inspirato in me la bella musa
cantare in versi il luogo mio natio
che fu pur d'Archimede, Siracusa
patria nostra a volere di Dio.

La sua struttura s'erge all'australe
tra scogliere cinta, strade antiche
con il suo porto ampio, naturale
invidia facea alle città nemiche.

Una volta fu grande metropoli
di civiltà urbana senza pari
ove affluivano lontani popoli
con navi a vela su azzurri mari.

L’adornano splenditi giardini
olezzanti zagare, nivei fiori
cedri, limoni, aranci, mandarini
collage fan di gioia, di colori.

Nell’ora tiepida del bel tramonto
dove silenzio è pace da gustare,
che mar stupendo, com’è giocondo,
vermiglio come rubino appare.

Se infine l'occhio volgi all'orizzonte
a rimirare il sole che va a ponente,
l'ultimo raggio che ti bacia in fronte
a tè si china in segno riverente.





 
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